L’accettazione di sé è il primo passo verso quella che gli psicologi chiamano “autostima”.
Accettare sé stessi vuol dire prima di tutto essere presenti a sé stessi, a ciò che si prova,
a ciò che si pensa e a ciò che si fa, momento per momento.
La tendenza/tentazione comune, è quella di scappare da sé stessi attraverso i più disparati stratagemmi che la nostra mente è in grado di realizzare.
Nota: per “scappare da sé stessi”, intendo dire “interrompere il contatto autentico con sé stessi, dimenticarsi di sé (come direbbe Gurdjeff). La precisazione è dovuta in quanto è tecnicamente impossibile scappare da se stessi, visto che “siamo” noi stessi!
Per accettare me stesso, devo prima di tutto smettere di scappare da me medesimo.
Fermarmi. Con il corpo e con la mente. Respirare. Guardare con onestà a ciò che sto provando, sentendo, pensando, immaginando, fantasticando. Uscire dal mondo delle proiezioni e ritornare al mondo reale.
A quel punto, troverò me. Potrò piacermi o meno, ma è lì che ho la possibilità di accettarmi così come sono.
Di dirmi: “Mi accetto. Mi amo.”
Incontrerò molte resistenze, ma il viaggio vale la pena di essere compiuto.
Conclusa la strada dell’accettazione di sé, inizia quella dell’autostima. Che è un passo successivo.
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